lunedì 10 agosto 2009

PETIZIONE POPOLARE CONTRO LA CRISI


Il Map scende in campo concretamente contro la crisi istituzionale ed industriale che sta portando sul lastrico centinaia di famiglie del territorio. Lo fa lanciando una petizione popolare che partirà entro settembre e che sarà portata all’attenzione del Governo affinché vari una legge speciale. L’iniziativa, che si rifà a quella analoga sulla divisione della Provincia, servirà per dare voce al Piceno che “mai come in questa occasione ha bisogno di una legge speciale – ha spiegato Armando Falcioni, presidente del consiglio provinciale – In nessuna provincia italiana, infatti, c’è la contemporaneità di una “calamità istituzionale ed industriale”. Puntiamo sulla mobilità collettiva che in passato c’è stata quando come Map abbiamo messo in campo proposte concrete. Come Map, intanto, un obiettivo è stato raggiunto: la sinergia con la Val Vibrata. La mia idea è quella di convocare un consiglio provinciale unico tra Ascoli e Teramo con sede a Civitella del Tronto. Sarebbe una grandissima cosa”.
“Cercheremo di coinvolgere tutte le associazioni, gli enti, i sindaci e le amministrazioni del territorio, metteremo gazebo, faremo il passaparola – ha proseguito Giuseppe Mariani, assessore provinciale all’agricoltura – Prima delle elezioni eravamo preoccupati della divisione. Ora lo siamo di più visto che da quando faccio l’assessore mi sono reso conto che questo territorio, per come stanno al momento le cose, è ingovernabile. Soltanto con l’aiuto del Governo e attraverso i fondi europei possiamo mettere in campo risorse ed iniziative per uscire fuori da questa gravissima crisi”.
La petizione popolare annunciata da Falcioni e Mariani rientra nel programma elettorale del Movimento Autonomo Piceno. “Non sempre i partiti hanno le mani libere per esprimersi a livello locale poiché – ha aggiunto Mariani – ci sono logiche dall’alto da rispettare. Siamo solidali con gli operai della Manuli, della Ahlstrom, della Novico, della Sgl Carbon e dell’Ama Aquilone, ma non vogliamo fare uno sciacallaggio politico su queste vicende. L’emorragia di posti di lavoro è difficile da frenare, ma non impossibile. Anziché fare proclami, è bene mettere in campo dei progetti concreti. Noi abbiamo pensato ad una legge speciale, alla redazione di un piano che preveda la ripresa dell'attività estrattiva del travertino di Acquasanta e la sua valorizzazione economica, in coerenza con l'azione intrapresa dall’Arengo per la sua valorizzazione culturale, quale elemento trainante per il riconoscimento del centro storico della città come Patrimonio dell'Unesco. Abbiamo pensato anche la redazione di un nuovo piano per il rilancio delle Terme di Acquasanta, che costituiscono un tassello essenziale per disegnare un’offerta turistica provinciale completa e competitiva. Infine crediamo che sia fondamentale il rilancio dell’attività agricola. Le risorse ci sono, ma non dobbiamo disperderle come fatto in passato. A settembre, intanto, chiederemo fondi per sistemare le aste fluviali e la viabilità”.
Il Movimento Autonomo Piceno pensa ad un progetto globale e ad una politica che tenga conto di nuove forme di sviluppo. La città lombarda di Pavia ne è l’esempio lampante. Una realtà provinciale come quella pavese seppe rialzarsi da un periodo di gravissima crisi, culminato con la chiusura di decine di stabilimenti, proprio grazie all’università e alla sanità. “Bisogna considerare la sostituzione di migliaia di posti di lavoro – ha asserito Mario D’Emidio – Dobbiamo pensare, per esempio, ad una nuova politica energetica del territorio e alla creazione di una realtà universitaria forte”.
Dello stesso avviso Achille Buonfigli che ha colto l’occasione per rimarcare il ruolo della politica. “Il compito degli amministratori è quello di sbloccare i finanziamenti che ci sono”.
In conclusione Bruno Bianchini, capogruppo del Map, che non ha mancato di lanciare frecciate ai “falsi profeti”. “Qualcuno ha giocato con le famiglie e con i posti di lavori. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e trovare una sistemazione soprattutto per quella gente che ha acceso mutui e si è sposata da poco”.

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